Perché voto Michele Maffei
03-12-2020 00:18 - News
Non sono mai stato interessato ai giochi di potere del movimento schermistico perché mi reputavo un uomo da pedana dopo aver praticato la scherma come atleta, come genitore e attualmente come maestro. Dopo aver fondato il Club Scherma Cambiano insieme con la Maestra Elena Cazzato e il Maestro Fabrizio Di Rosa e la successiva elezione al ruolo di presidente mi sono reso conto dell'importanza fondamentale di trasformare lo stile di management da conduzione a gestione ovvero dal “penso tutto io” ad un'organizzazione vera e propria, rappresentata da un organigramma con ruoli e incarichi ben definiti e con una grande capacità di delega. Sto lavorando da cinque anni su questa trasformazione e questo mi ha poi portato a riflettermi nella Federazione a cui apparteniamo.
Fonte: Club Scherma Cambiano A.S.D.
Ho avuto anche modo di confrontarmi in maniera diretta con i più alti organi federali nell'intento di aprire un rapporto di collaborazione riguardo un progetto che avrebbe posto la nostra Federazione nel ruolo di protagonista. Un progetto che aveva suscitato interesse anche dallo stesso Aliser Usmanov che sarebbe stato disposto a discuterne con i nostri vertici federali. Ma nonostante il progetto fosse anche autofinanziato per il 70%, è stato completamente ignorato.
Ho cercato altre volte di avere un dialogo su varie tematiche, specialmente nell'area informatica i cui ho lavorato per oltre 40 anni. Mi sono allora reso conto che non facevo parte di quel mondo, di quella ristretta fascia di personaggi disposti ad ascoltarti, ma molto meno ad aiutarti. Con questo non mi riferisco ai livelli operativi da cui, invece, ho sempre avuto grande disponibilità.
L'attuale Federazione non ha salvaguardato la mia figura di maestro. Nonostante la mia età ho seguito il percorso magistrale insieme con Elena Cazzato. Ho riposto impegno, rispettando quanto richiesto dal processo formativo. Giunto il momento dell'esame per il III° livello, la “mia” Federazione comunica che gli unici esami riconosciuti validi sono quelli sostenuti presso la Federazione Italiana Scherma. Sappiamo tutti come si è conclusa la diatriba e io, insieme a molti altri, sono stato abbandonato nonostante aver seguito tutto l'iter formativo che sarebbe stato valido anche se avessi tenuto l'esame presso l'Accademia di Napoli. Dal mio punto di vista era diversa soltanto la sede di esame poiché ho avuto una commissione di tutto rispetto con i maestri Dario Chiadò, Michele Venturini e Alberto Coltorti. Siamo stati “merce di scambio” per tutta la durata della diatriba fra Accademia e Federazione per poi essere abbandonati a noi stessi senza arte né parte.
Tutto questo fa parte di un passato e di un presente che mi ha fatto nascere forti dubbi nel sentirmi salvaguardato da questa Federazione: un management che mi rappresenta, ma che non ascolta e che mi ha abbandonato su un diritto di fondamentale importanza come quello di possedere un attestato professionale fondamentale per il movimento schermistico.
Voto Michele Maffei perché ha sposato le idee portate avanti da una corrente innovativa che si è proposta con programmi e fatti concreti: Scherma Italia. Ho conosciuto questo movimento ad un incontro presieduto dal dott. Marco Arpino, coadiuvato dal dott. Marcello Scisciolo. Mi è subito piaciuto lo stile manageriale con cui hanno presentato lo scenario attuale delle scherma italiana: numeri, grafici, punti di forza e criticità: un approccio altamente professionale che ha fornito un quadro esaustivo e ben comprensibile della realtà schermistica italiana. Durante quell'incontro non sono mai state mosse critiche all'attuale management, bensì sono state avanzate proposte di miglioramento che iniziavano già a delineare le linee guida di quello che sarebbe poi diventato l'attuale programma elettorale. In quel preciso giorno è nato il mio interesse per Scherma Italia che, nel tempo, si è sempre più consolidato soprattutto per le idee, i progetti e la concretezza dei contenuti presenti nel programma.
Riconosco comunque il grande lavoro svolto negli anni passati dall'attuale management, ma la permanenza al potere instaura di fatto un regime che nel tempo crea una sudditanza basata sul timore. La maggioranza delle società si chiama fuori, ma danno comunque il proprio consenso per il solo timore di non mettersi contro le persone che hanno il potere.
Voto Michele Maffei nel nome di una democrazia che possa premiare la libertà di espressione, che possa rompere vincoli logorati dal tempo e perché finalmente abbiamo bisogno di un rinnovamento.
(M° Mario Rosati)
Fonte: Club Scherma Cambiano A.S.D.